For Recreational Use Only
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For Recreational Use Only
Album ∙ Country ∙ 2025
Grazie a una serie record di primi posti nella Billboard Country Airplay e alla lunga attività di coach per il talent The Voice, durante il quale ha conosciuto l’attuale moglie Gwen Stefani, Blake Shelton è stato probabilmente il musicista country più noto degli anni 2010. L’artista originario dell’Oklahoma racconta però a Kelleigh Bannen di Apple Music che girare due stagioni del programma all’anno lo ha fatto sentire fuori dalla scena di Nashville. “Era volato via un decennio abbondante e all’improvviso ho realizzato di essere invecchiato”, ammette il cantante, oggi quarantottenne. “Alla fine, ti ritrovi a leggere una classifica e a chiederti: chi diavolo è Morgan Wallen? E Luke Combs? Era come se un’intera nuova generazione avesse occupato il panorama. Il che mi portava a pensare: ‘Mio Dio, ormai sono un veterano’”.
Quasi un quarto di secolo dopo aver sfondato con il singolo di debutto del 2001 ‘Austin’ (e a quattro anni di distanza dall’ultimo LP, Body Language, del 2021), il cantante si è domandato se nelle chart country ci fosse ancora spazio per lui. “Se faccio uscire un nuovo disco, lo passeranno in radio? E il pubblico? Lo starà aspettando?”, rimuginava. “Sono riflessioni normali, specialmente se una persona è onesta con se stessa, come io cerco di essere”.
Nel tredicesimo album in studio, For Recreational Use Only, affida questi sentimenti a canzoni che ci ricordano chi abbiamo davanti: un narratore sincero, orgoglioso delle proprie inappuntabili esecuzioni. Tuttavia, c’è anche spazio per avventurarsi in territori inesplorati. La traccia di lancio ‘Texas’ è un brano sull’amore perduto che strizza l’occhio a ‘All My Ex’s Live In Texas’ di George Strait e richiama la melodrammatica tonalità minore di ‘Stranger in My House’ di Ronnie Milsap. In ‘Let Him In Anyway’, scritta con la complicità di HARDY, Shelton si abbandona invece a quesiti esistenziali sul dolore, Dio e l’aldilà.
Meditando sugli albori della propria carriera, Shelton rammenta di aver provato un misto di euforia e terrore al pensiero che il successo potesse scomparire da un giorno all’altro. “Ci tenevo così tanto che anche solo immaginare di perderlo mi metteva a disagio”, dice. “Rappresentava tutto ciò che volevo essere: una di quelle voci che sentivo alla radio. A malapena avevo idea di come fare, ma stava accadendo, e volevo semplicemente che la fama durasse per sempre. Nel mentre, sono passati 25 anni”.
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